Mi chiamo Laura anch’io e ti ho vista e ascoltata a Catania, da Zo, in un tavolino davanti a una tazza di tè e avevo un po freddo. Come te ho amato Splendore nell’erba e una ragazza bellissima che era mia madre mi leggeva La zingarella e la principessina. E la ragazza bellissima era così bella che anche a me piaceva da morire che fosse mia madre…e adesso che non c’è più mi dispiace talmente tanto che è come se mi avesse lasciata all’uscita di scuola senza mai più venire a riprendermi.Mio padre l’aveva sposata solo perchè somigliava ad Ava Gardner , per quei suoi occhi color acquamarina, ma per il resto non è che gli interessasse poi tanto sapere davvero chi fosse. Lui amava il cinema e il supercinema ed è così che sono cresciuta; tanto che bisognerebbe scriverlo all’uscita delle sale « nuoce gravemente alla salute » altro che sigarette! Per tutto il resto le nostre storie sono diversissime naturalmente, ma quando l’estate scorsa lui se n’è andato anch’io per poco non ci restavo secca…e glielo dicevo a lei , che voleva chiamarlo e invitarlo a bere una cosa in giardino, che no, proprio non poteva chiamarlo, chiamarlo mai! che ero stata proprio io a dirgli che era libero di andarsene quando voleva e che lui l’aveva sempre detto che non sarebbe potuto restare nemmeno se avesse voluto…nemmeno se avesse voluto. Ma lei non voleva capire e la notte e il giorno voleva abbracciarlo e baciarlo sul collo e dappertutto, e abbiamo preso le medicine che non volevamo prendere però un po volevamo prenderle eccome. Il fatto è che sì, era un amore fatale. Con il boom chimico e tutto il resto…e io non avevo le parole giuste per dirlo e così le ho prese in prestito da te, e da tuo padre. Grazie…Laura
Grazie Laura di questo tuo messaggio. A Catania per me è stato bellissimo, il vostro ascolto mi rendeva coraggiosa. Sono contenta che le mie parole ti siano servite a nominare parti della tua esperienza. Quello che mi scrivi ha in effetti atmosfere che riconosco. C’è tutto un sapere sulla bellezza e sull’amore di sé che andrebbe tramandato di madre in figlio, di padre in figlio. Non sempre accade. Quando non si è ricevuto questo sapere, l’unica possibilità è quella di provare a conquistarlo cercando, nominando, condividendo, come abbiamo fatto noi l’altra sera. Grazie ancora, Laura
Mi chiamo Laura anch’io e ti ho vista e ascoltata a Catania, da Zo, in un tavolino davanti a una tazza di tè e avevo un po freddo. Come te ho amato Splendore nell’erba e una ragazza bellissima che era mia madre mi leggeva La zingarella e la principessina. E la ragazza bellissima era così bella che anche a me piaceva da morire che fosse mia madre…e adesso che non c’è più mi dispiace talmente tanto che è come se mi avesse lasciata all’uscita di scuola senza mai più venire a riprendermi.Mio padre l’aveva sposata solo perchè somigliava ad Ava Gardner , per quei suoi occhi color acquamarina, ma per il resto non è che gli interessasse poi tanto sapere davvero chi fosse. Lui amava il cinema e il supercinema ed è così che sono cresciuta; tanto che bisognerebbe scriverlo all’uscita delle sale « nuoce gravemente alla salute » altro che sigarette! Per tutto il resto le nostre storie sono diversissime naturalmente, ma quando l’estate scorsa lui se n’è andato anch’io per poco non ci restavo secca…e glielo dicevo a lei , che voleva chiamarlo e invitarlo a bere una cosa in giardino, che no, proprio non poteva chiamarlo, chiamarlo mai! che ero stata proprio io a dirgli che era libero di andarsene quando voleva e che lui l’aveva sempre detto che non sarebbe potuto restare nemmeno se avesse voluto…nemmeno se avesse voluto. Ma lei non voleva capire e la notte e il giorno voleva abbracciarlo e baciarlo sul collo e dappertutto, e abbiamo preso le medicine che non volevamo prendere però un po volevamo prenderle eccome. Il fatto è che sì, era un amore fatale. Con il boom chimico e tutto il resto…e io non avevo le parole giuste per dirlo e così le ho prese in prestito da te, e da tuo padre. Grazie…Laura
Grazie Laura di questo tuo messaggio. A Catania per me è stato bellissimo, il vostro ascolto mi rendeva coraggiosa. Sono contenta che le mie parole ti siano servite a nominare parti della tua esperienza. Quello che mi scrivi ha in effetti atmosfere che riconosco. C’è tutto un sapere sulla bellezza e sull’amore di sé che andrebbe tramandato di madre in figlio, di padre in figlio. Non sempre accade. Quando non si è ricevuto questo sapere, l’unica possibilità è quella di provare a conquistarlo cercando, nominando, condividendo, come abbiamo fatto noi l’altra sera. Grazie ancora, Laura