al festival di roma

Miei momenti preferiti al Festival di Roma.


Jason Schwartzman e Wes Anderson

Roman Coppola

I tre presentavano ‘Castello Cavalcanti’, prodotto da Prada. Un cortometraggio di otto minuti. E’ successo infatti che Prada ha detto: ‘Wes eccoti qua un bel gruzzoletto di soldi , facci quello che ti pare, ché a me mi avanzano’. Aiutato alla produzione da Roman Coppola, allora Wes Anderson ci ha fatto ‘Castello Cavalcanti’.
Schwartzman l’ha recitato.

Invece Spike Jonze stava a Roma per presentare il suo sensibile Her. Eccolo alla sua masterclass. Spike Jonze è uno che ha un po’ di tormenti. Non bisognava chiamarlo Spike Lee, come ha fatto inavvertitamente il moderatore S. E certo sono errori che capita di fare, ma se non capita a me è meglio. Oppure a te. Metti se capitava a te. Invece è capitato a lui, S. Pazienza! E comunque Spike Jonze è un uomo gentile e inquieto che di colpo  si alza e sposta le poltrone di moderatori e traduttori sul palco per avvicinarle ‘così è più intimo’, distruggendo l’inquadratura della tv che sta riprendendo. E così nella tv non si trovano più né le poltrone né Spike Jonze. Uno stupore!
E Spike Jonze ha parlato di lavoro e amicizia. Ha detto che lui ha gli amici artistici, altri registi o sceneggiatori o musicisti con cui a volte lavora e a cui chiede consiglio, e lo stesso fanno loro con lui. Hanno l’affetto la consuetudine e la parità amicale. Quando l’ha detto ho sentito meraviglia e anche un po’ di desiderio. Io ho un migliore amico artistico. Certe volte fantastico di averne qualcuno in più. Quattro! Cinque! Arrivano sempre agli appuntamenti. Vogliono passare tempo con me e io con loro. Siamo la nostra famiglia, le nostre persone preferite. Andiamo insieme in bici e qualche volta al trekking siamo tutti quanti salutisti. Forse qualcuno prende l’antidepressivo dieci gocce al dì. Non dico di no. Forse qualcuno ha un figlio. Mi offro di leggere le storie a questo figlio così quel qualcuno lì si può riposare e il suo bambino dice ohhh di meraviglia e credo che allora io gliene leggo un’altra di storia e lui dice ohhh e io gliene leggo un’altra e lui dice ohhh e così via.

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