la risata di JP Manganaro

Esco per raggiungere Villa Medici da sola, proprio mentre la maggior parte delle persone che conosco sta a una serata vicino a casa mia. Ma ho segnato in agenda questo appuntamento da un mese. L’ho preso molto sul serio fino a qui, non smetterò proprio ora.


Voglio vedere e ascoltare Jean Paul Manganaro, che non ho mai incontrato. Ci vado per una curiosità legata a un ricordo. Un ricordo di quanti anni fa? Sette? Otto? Sono a Parigi. E’ sera tardi e scrivo un articolo al tavolo della casa d’angolo. La porta d’ingresso si apre. E’ il mio compagno B. Rientra da una cena a casa di Jean Paul Manganaro. Ha voglia di parlarne. Io però sono agitata, devo finire il pezzo. Continuo a scrivere, e il giorno dopo dimentico di chiedere, credendo che il futuro mi riservi nuove e nuove occasioni di esplorazione dei suoi entusiasmi.

Oggi cerco qui a Villa Medici le ragioni che allora non ho saputo esplorare. Tento per me stessa una piccola riparazione del passato. Il moderatore presenta Manganaro come studioso e docente di Letteratura italiana a Lille, e traduttore dall’italiano al francese, tra gli altri, di Gadda, Pasolini e Carmelo Bene. E’ qui insieme a Nicole Calligaris, autrice di Le paradis entre les jambes, uscito da poco in Francia. La Calligaris legge l’attacco del suo romanzo, dirompente. Manganaro commenta. E’ acuto e ovviamente molto colto.

Ancora però cerco l’irregolarità, lo scarto dalla norma, il dettaglio che possa aver acceso l’entusiasmo di B. Aspetto.

E’ per Manganaro il momento di leggere.

Ha scelto l’Adalgisa di Gadda. Prima di iniziare, fa un’introduzione, in francese. La conclude così: “L’Adalgisa qui ha appena passato un pomeriggio con il suo Ragioniere. Non è proprio di buon umore, è scocciata con lui. Esprime insofferenza in tutta la scena. Chissà cosa sarà successo durante quel pomeriggio. Gadda non lo dice. Cosa le avrà fatto? Il l’aura mal baisée. Oui, il l’aura mal baisée” ripete Manganaro. L’avrà scopata male. Proprio così dice. L’avrà scopata male. E parte con una risata spiazzante, sommessa e lunghissima, che diverte me e il mio vicino. Proiettato sulla parete, comincia intanto a scorrere il testo in italiano. Manganaro legge la sua traduzione francese, pirotecnica, pronta ad ogni rischio, pur di ricreare le invenzioni linguistiche dell’originale. Dopo gli applausi, la Calligaris commenta: “Manganaro, dì un po’, è proprio bellissima la tua traduzione. Complimenti, perchè il faut du culot, ci vuole proprio faccia tosta per essere tanto spericolati e riuscire così nell’impresa”. E Manganaro le fa segno di sì, come a dire eh già, j’ai du culot, ho una bella faccia tosta, e di nuovo ride, con quella sua risata molto giovane, sommessa e prolungata, di uomo divertito di essere stato stanato nella sua insospettabile sovversione.

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